E se alla fine le aree in vendita da parte della Fiera Internazionale di Genova dovessero essere divise a metà o quasi tra Spim e l’Autorità Portuale di Genova? Non è una ipotesi
campata per area dopo gli ultimi sviluppi e sopratutto dopo le dichiarazioni di Luigi Merlo, numero uno di Palazzo San Giorgio, che sarebbe pronto anche a sedersi a un tavolo delle trattative con Spim, il Comune di Genova e l’Ente Fiera.
L’ipotesi che prende campo è la seguente. Da un lato Luigi Merlo e soci non acquisteranno tutti gli spazi, ma soltanto quelli di interesse per risistemare le barche dello Yacht Club, realizzare la nuova torre piloti e creare quel polo nautico-produttivo in grado di dare una risposta alla duplice volontà di creare una vetrina permanente per le realtà produttive medio-piccole del settore e per dare respiro alla possibile crescita del settore delle riparazioni, forte dell’effetto Concordia.
Dall’altro, invece, Tursi non vuole scomparire dalla scena con un pugno di mosche in mano. E quindi l’altra parte della Fiera in vendita (in totale sono da piazzare il Palasport e il Padiglione C) rimarrà in mano al Comune, o meglio alla sua controllata Spim, che (probabilmente attorno al rinnovo del Palasport) costruirà una operazione fatta di commercio, mattone e servizi, e qui sorgeranno parecchi guai con i commercianti genovesi che si oppongono fermamente a una sorta di Fiumara 2. E ci potrebbe essere la mano dell’architetto più famoso al mondo, Renzo Piano, fino ad ora in secondo piano…