Da tempo sono in tanti, anche nella nostra regione, a pensarla così. Il mercato dell’Est Europa che, con i suoi bassi prezzi e l’ottimo livello della manodopera fagocita

tutto, sta attuando una concorrenza sleale che potrebbe far inginocchiare, a brevi, parecchi settori nostrani. La misura è piena anche nell’autostraporto, dove, si calcola, circa il 35% degli autisti di ditte italiane è di origine romena, bulgara, polacca, slovacca, ceca e persino albanese.
“Come ha ribadito ancora pochi giorni fa il cna nazionale, chiedendo almeno per sei mesi il blocco del cabotaggio terrestre – ha annunciato Giuseppe Barberis, il presidente di CNA FITA Liguria – la crisi nel mondo dell’autotrasporto sta assumendo contorni emergenziali preoccupanti”. CNA FITA Liguria chiede più controlli per le imprese dell’autotrasporto italiane travestite da Est.
“Le imprese italiane dell’autotrasporto, sotto il peso del continuo aumento dei costi, stanno chiudendo e al loro posto si stanno sostituendo, con il cabotaggio estero, le aziende dei paesi dell’Est Europa sempre più agguerrite e con vantaggi competitivi sul costo del lavoro, delle assicurazioni e del carburante assolutamente non comparabili o replicabili dalle nostre imprese. L’autotrasporto sta subendo un attacco senza precedenti, con gravissime ripercussioni in termini economici e occupazionali. Il risultato? Minore contribuzione previdenziale, minor introito di tasse e soprattutto minore sicurezza. E in Liguria le imprese dell’autotrasporto – tra piccole, medie e grandi dimensioni aziendali – sono circa 3000 con una realtà occupazionale stimata in circa 7000 addetti”.