Il presidente del Cna Liguria, Marco Merli, è stato chiarissimo. Attraverso un comunicato diffuso per mezzo degli organi di informazione ha messo una serie di paletti riguardo
gli aumenti, del tutto ingiustificati, operati dalle Autostrade: “Sono pienamente d’accordo con le dichiarazioni dell’Assessore Regionale alle Infrastrutture, Raffaella Paita – mette le mani avanti Merli – Non condividiamo affatto i continui aumenti, specie per un servizio essenziale come le Autostrade, che sono usate da gente che va ogni giorno a scuola, all’università o a scuola. Stiamo parlando di un ente che spende parecchi soldi, insomma il paese sta registrando dei numeri da profondo rosso, come le mille imprese circa che chiudono ogni giorno (dati di Unioncamere, ndr) e quelle che sopravvivono sopportano delle perdite che oscillano sul 35%, insomma a loro nessuno fa regali, ci mancherebbe, nessun sconto”.
Merli continua la sua elaborata analisi, basata sui freddi numeri, che sono sempre il miglior biglietto: “In nemmeno dieci anni, gli ultimi dieci anni – assicura Merli – Ci sono stati degli aumenti che oscillano del 50% a livello di trasporti, è chiaro che non si può continuare su questa strada. Insomma, capisco l’indice di inflazione, ma qui si parla di ritocchi spropositati che colpiscono tutti e tutto. E poi, non bisogna dimenticare che gli investimenti effettuati e ii costi di costruzione e gestione non richiedono tali aumenti. Noi di Cna Liguria chiediamo ufficialmente al Governo e al Parlamento di fare conoscere ai cittadini quali siano gli investimenti effettuati dai concessionari autostradali, tali da determinare aumenti così superiori alla media inflattiva”.
Anche perchè, e qui chiosa Merli, “questi aumenti possono avere ricadute pesanti sui prezzi al consumo con l’aumento dei costi di trasporto e, quindi un freno al rilancio dei consumi e alla ripresa economica, e sul turismo, rendendo sempre meno competitiva l’attrattività turistica italiana a causa di costi di trasporto già oggi molto superiori a quelli di altri paesi a fronte di una qualità dei servizi”.