Lo stabilimento dell’Ilva di Cornigliano trema. Dopo le parole rilasciate dal commissario straordinario, Enrico Bondi, si fanno i conti della serva a ponente. L’Ilva non ha i soldi
per fare gli investimenti necessari previsti dall’autorizzazione ambientale integrata, servono finanziamenti e serve inoltre un aumento di capitale per costruire un piano industriale credibile. Mentre si lavora all’elaborazione del piano industriale che dovrebbe essere presentato a gennaio. Su quel piano e sull’andamento economico del gruppo sono puntati ora anche gli occhi dei lavoratori genovesi, che solo a settembre hanno rinnovato l’accordo sui contratti di solidarietà, il contratto riguarda oggi 700 lavoratori, ma è anche l’ultima proroga possibile. Da ambienti sindacali emerge tanta preoccupazione:
“Attendiamo notizie sul decreto di copertura dei contratti di solidarietà – spiega il segretario della Fiom locale – che potrebbe scendere dall’80 al 70%, ma soprattutto attendiamo di capire che prospettive ci sono per questo stabilimento, visto che i contratti di solidarietà arrivano fino a settembre del 2014, ma oltre non sono possibili ulteriori proroghe”. Di qui le preoccupazioni genovesi, mentre il futuro di tutto il gruppo siderurgico resta ancor appeso, soprattutto dopo che è stato disposto il dissequestro dei fondi alla famiglia Riva. “Prevediamo 600-700 milioni di investimenti nell’Aia”, ha confermato ieri Bondi in audizione, “che si potranno fare se ci saranno finanziamenti perché le nostre risorse non bastano”.