Tre punti da rispettare e nessun posto di lavoro dovrebbe essere al rischio, altrimenti per la Fiera di Genova si prospettano tempi durissimi. Da mesi si discute sul futuro dell’ente
per rimetterlo nelle condizioni di poter correre come un tempo, così da ospitare Euroflora nel 2015, il Salone Nautico il prossimo anno e tanti importanti eventi come Natale Idea – Ideaneve e la Festa del Pd. Per centrare l’obiettivo, il piano messo a punto dai vertici societari è gravoso, non bisogna nasconderlo, e prevede un taglio robusto dei costi per ogni singola voce. A rendere meno cupi i conti, però, arriveranno dal Comune un indennizzo per aver costruito il Padiglione B e dalla Spim (società comunale) nuova liquidità per la cessione delle aree non più strategiche al business. In una manciata di pagine, la Fiera fotografa il suo futuro, evidenziando i punti di forza e le strategie, senza nascondere gli elementi di incertezza che destano ancora preoccupazione.
Entro fine anno la Spim, società del Comune, entrerà in possesso delle aree non più utilizzate dalla Fiera (quelle dietro il muro rosso, per intenderci), incassando una cifra fra i 18,6 e i 20 milioni. Le operazioni avranno ovviamente effetti benefici sui conti della società. Già nel bilancio 2014, infatti, ci sarà una riduzione di 2,5 milioni di oneri (grazie soprattutto alla chiusura del debito con Bnl).
Il bilancio, però, è pessimo. Nei bilanci 2012 Marina Fiera di Genova (concessione fino al 2020 della vecchia darsena) ha perso 260mila euro; Marina Fiera (Fiera più Ucina, in concessione la nuova darsena fino al 2018) ha chiuso con 370mila euro di rosso; Ge. Ma (Fiera più Tirreno Trade, nata per realizzare un evento sulla ristorazione mai svoltosi) ha registrato una perdita di 30mila euro. Uscita da Tirreno Trade nei mesi scorsi, la Fiera corre ai ripari con l’obiettivo di dar vita a una gestione integrata delle darsene che ospitano il nuovo Salone Nautico, così da riportare in pari le due partecipate.