I dati sono impietosi e si commentano da soli. La nostra regione, in assoluto, è la più povera del Nord Italia, la disoccupazione giovanile sfiora il 30% ed è quasi il doppio
di quella registrata in Lombardia e in Veneto.
Inoltre le persone che in Liguria si trovano al di sotto della soglia di povertà assoluta sono 112mila, tradotto, circa 57 mila famiglie che difficilmente riescono ad arrivare a fine mese, altri che si aggiustano con lavoretti saltuari. E, ancora, nel 2012 i lavoratori coinvolti dagli ammortizzatori sociali sono stati circa 16 mila con un tasso di disoccupazione che in 4 anni (2008–2012) raddoppia dal 4,8 per cento all’8,1, mentre nello stesso periodo il tasso disoccupazione giovanile passa dal 18,7 per cento al 29.4%. Dal 2008 al 2012 infatti la dispersione scolastica passa dal 12,6 per cento al 17,2%.
L’analisi della Cgil fotografa la situazione ligure quella che ormai viene definita una condizione “strutturale del tessuto sociale ligure”. La povertà, insomma, non è più una questione che riguarda solo le regioni del sud e alla Liguria spetta il triste primato di regione più povera del nord. Un altro dato preoccupa i dirigenti del sindacato di sinistra: al crescere della povertà salgono i numeri della dispersione scolastica. Non siamo ai livelli del Sud, ma la situazione è lo stesso abbastanza grave.