Allarme tra i lavoratori dell’Ilva dopo l’annuncio che il gruppo siderurgico Riva, proprietario degli indotti, ha optato per 1500 esuberi nelle società riconducibili alla famiglia
di imprenditori dopo il sequestro da 916 milioni di euro effettuato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Taranto.
Si tratta di una autentica doccia gelata per i lavoratori genovesi, già nei mesi scorsi sulle barricate dopo aver letto dei fatti di Taranto, con il sequestro del sito pugliese, motore dell’azienda.
Da oggi, pertanto, cesseranno tutte le attività di Riva Acciaio, tra cui quelle produttive degli stabilimenti di Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e Annone Brianza (Lecco) e di servizi e trasporti (Riva energia e Muzzana trasporti). Si tratta di personale dislocato su tutto il territorio nazionale che si occupa di trasformazione dell’acciaio e logistica. Al momento i cantieri di Genova non si toccano, ma è facile prevedere che si avrà una ricaduta immediata anche sulla nostra regione, da qui l’allarme lanciato dai sindacati che da domani scenderanno in piazza.