La via si preannuncia impervia per la Riforma dei Porti italiani. Molti, infatti, sono gli enti e le personalità che si oppongono ai cambiamenti dettati dalla riforma in discussione

in questi giorni al Senato della Repubblica. L’ultimo affondo in ordine di tempo è di Assiterminal, l’associazione dei terminalisti italiani il cui direttivo non risparmia critiche affermando a denti stretti di essere «amareggiato e arrabbiato» come conferma il presidente Marco Conforti perchè la riforma della legge portuale «è peggiorativa della legge in vigore, non aumenta la competitività del settore e non risponde a numerose istanze da tempo aperte».
Tra 24 ore è in arrivo la giornata decisiva e anche all’interno di Palazzo San Giorgio, sede dell’Autorità Portuale di Genova, la febbre dell’attesa diventa spasmodica. Palazzo Madama, su indicazione del Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, infatti, proverà ad accelerare i tempi e l’aula sarà chiamata a votare il carattere d’urgenza che i senatori avevano dato alla riforma, ripescata dalla scorsa legislatura. Si va verso una giornata calda anche all’interno dei schieramenti, con al centro delle trattative l’autonomia finanziaria dei porti italiani, un tasto più volte sottolineato da Luigi Merlo, il presidente dell’Authority cittadina. Lupi ha aperto alla possibilità e anzi è andato oltre. Gli uffici del ministero sarebbero già al lavoro per predisporre un decreto in grado di dare le risposte che la comunità portuale attende.