Il trasporto marittimo è in netto aumento. Di crisi, in questo settore, si è parlato poco. Questa parola ha lambito i porti italiani, ma mai quelli asiatici e centrosudamericani
che hanno guidato i traffici negli ultimissimi anni.
Gli analisti del settore marittimo hanno analizzato i dati del 2012 e dei primi sei mesi del 2013, osservando come ormai è in atto una vera e propria corsa per accaparrarsi le navi porta container di oltre 300 metri di lunghezza, in grado di trasportare oltre 18,000 teu (scaricando in un porto circa 10,000 teu). Il che ha innalzato la competizione in primis tra gli stessi armatori e poi tra i vari porti. Quello di Genova, che secondo il presidente dell’Authority Luigi Merlo rischia di rimanere indietro in questo settore, è già corso ai ripari programmando una serie di interventi che nel giro di un quinquennio cambieranno il volto. L’avanzamento di 500 – 600 metri della diga foranea permetterà, infatti, di ospitare queste mega navi lunghe fino a 400 metri.
Il boom dei traffici marittimi è dovuto a molteplici fattori: il risparmio sul trasporto, la quantità di merce ospitata, la varietà degli oggetti portati da uno scalo all’altro, la velocità e l’utilizzo di altri mezzi di trasporto paralleli, come i treni o i camion ospitati all’interno dei vari porti, nei pressi delle banchine.
Secondo gli analisti internazionali, la domanda di trasporto marittimo salirà ancora del 5% tra il 2017 e il 2020, per un complessivo giro di 800 milioni di teu.