Suona il campanello d’allarme all’interno del mondo dell’edilizia ligure. A segnalare il problema è Confartigianato, che evidenzia un settore oramai in ginocchio. Il dato più allarmante è il seguente:
in un solo anno, l’ultimo, sono andati in frantumi l’8,9% dei posti di lavoro e la richiesta, avanzata da più parti, di incentivare le opere medio – piccole, che sono poi il vero motore del settore, è rimasta in parta carta straccia. La percentuale che riguarda la Liguria, riguardante i posti di lavoro persi, è decisamente più alta di quella nazionale, che si ferma a un 6,7%. Eccezione alla regola è l’Emilia Romagna, che segna addirittura un incremento del 9%, ma questo dato si spiega facilmente con le macerie provocate dal terremoto che ha colpito in particolare il modenese e quindi le costruzioni non sono mancate.
Per Paolo Figoli, presidente regionale di Confartigianato, “occorre che il governo sblocchi al più presto l’iter della legge per l’accesso alle professioni edili. Questa situazione di impasse, infatti, non fa bene al settore. Bisogna inoltre garantire la qualità e la concorrenza leale, che da due anni sono fermi al Senato per via del cambio di legislatura. Questo sistema avvilisce un settore ridotto oramai all’osso. Gli investimenti immobiliari che un tempo costituivano la manna dal cielo per lavoratori e famiglie ad essi connessi, sono calati vistosamente. Stiamo attraversando il periodo più negativo dal dopoguerra ad oggi, su questo non c’è dubbio”.
Figoli si spinge a un’altra considerazione: “I continui tira e molla sui finanziamenti del terzo lotto per il Terzo Valico non sono certo una buona notizia, così come l’empasse sulla Gronda”.