Si aggrava la situazione dei 260 dipendenti del teatro più importante della città, il Carlo Felice. Ormai a un passo da una parola che nessuno, dalle parti di piazza De Ferrari, vuole pronunciare,
il default, il Carlo Felice rischia seriamente di non poter pagare gli stipendi di giugno ai propri lavoratori. Anzi, è quasi certo che le mensilità del corrente mese salteranno poiché il futuro della Fondazione che gestisce il teatro è più incerto che mai, avvolto da una nebulosa che proprio non vuole diradarsi.
“In cassa ci sono circa 10 milioni, è una cifra che non basta per pagare gli stipendi se non si muove qualcosa” ha spiegato il traghettatore Giovanni Pacor, il sovrintendente di una struttura che fa acqua da tutte le parti e che nell’ultimo anno ha cercato invano di mettere delle toppe in un barcone che sta affondando di giorno in giorno.
Secondo Pacor, all’appello, mancano circa 8 milioni di euro. I dati sono stati snocciolati di fronte ai sindacati riuniti nel palazzo degli industriali in via San Vincenzo. Inoltre, come se non bastasse, il buco iniziale di 3,5 milioni di euro sarebbe all’improvviso schizzato verso i 4,5 milioni, ossia la botta finale che avrebbe messo in ginocchio la Fondazione.
Ora la palla passa al sindaco Marco Doria. Si tratta di una palla che scotta assai, perché il primo cittadino deve ancora approvare il bilancio di previsione del Comune.