Un tempo era battezzata come la “maggioranza silenziosa”. Disposta a lavorare senza mai protestare, con grandi sacrifici. Mai in piazza con il fischietto in bocca. I cosiddetti colletti bianchi,
che non incrociavano le braccia. Ma da alcuni anni a questa parte la situazione è cambiata. Così, ieri, per le strade di Genova, abbiamo assistito a una singolare manifestazione di protesta, quella degli edili.
I lavoratori di questo settore in ginocchio lamentano delle condizioni al limite: tra tasse da pagare di ogni genere e mancanza di richiesta di lavoro, in molti sono stati costretti a cambiare attività, altri non hanno i soldi persino per pagarsi i mutui sulla casa o gli affitti.
D’altronde i numeri di questo settore in Liguria sono davvero da brividi. Si calcola che negli ultimi tre anni si siano persi circa 7000 posti di lavoro, insomma si tratta di una autentica mannaia. Gli edili chiedono nuovi investimenti pubblici, in modo da poter tornare a lavorare in questo campo con una certa serenità. Ma anche grandi opere, che potrebbero sbloccare parecchie situazioni dal punto di vista lavorativo. Si punta sul riassetto del territorio, la legalità e sulla tutela delle imprese liguri. Insomma, argomenti detti e ridetti in campagna elettorale su più fronti, ma alla fine questi discorsi sono rimasti solo sulla carta.