Il “Cristoforo Colombo” nei panni di motore di un’economia locale che va ancora a singhiozzo. Il piccolo, ma funzionale, scalo di Sestri Ponente sta vivendo una buona stagione.
Le porte spalancate verso l’Est Europa potrebbero a breve aprire interessanti scenari. Prospettive alle quali guarda il mondo dell’economia genovese. Forte di due riviere che sanno allietare il palato di una clientela sempre più ampia, e con una città d’arte, Genova, che non ha nulla da individuare alle varie Pisa, Firenze, Siena, Verona e Venezia, per restare nel Centro Nord Italia, la nostra regione si presenta come una potenziale riserva turistica di non poco conto. In tutto questo le nuove rotte prospettate da mesi al “Colombo” fanno gola a molti. Stiamo parlando di centinaia di voli all’anno verso la Russia, l’Ucrania, ossia il nuovo eldorado del Vecchio Continente, e poi ancora Romania, Polonia, Ungheria e Bulgaria. In poche parole, grazie al vettore low cost numero uno in Europa, potrebbero arrivare fiotte di turisti carichi del petrol – rubli che tanto fanno felice albergatori e ristoratori. Se l’economia genovese si deve risollevare, una spinta potrebbe arrivare dal comparto turistico, se ben sfruttato.
La Superba e il suo hinterland, è bene non dimenticarlo, vivono di una crisi cronica che la recente stagflazione ha solo aggravato la situazione, con oltre 6000 cassa integrati e parecchie aziende in ginocchio.