-0,6% e -0,5%: di poco, ma sono entrambi di segno negativo gli indicatori della salute del sistema ligure dell’artigianato, rispettivamente fatturato e occupazione.
Il tunnel della crisi, dunque, non è ancora terminato per le 142mila piccole imprese della Liguria, ma i numeri non indicano tracolli vertiginosi, al punto da spingere l’assessore allo sviluppo economico a parlare di una sostanziale “tenuta, pur in un quadro difficile”.
I dati dell’Osservatorio Congiunturale sull’Artigianato e la Piccola Impresa in Liguria – promosso da Unioncamere Liguria e Commissione regionale per l’Artigianato, realizzata da Confartigianato Liguria e CNA Liguria e curata dal Centro Studi Sintes – rivelano come la crisi picchi più duro su settori come il manifatturiero (-0,2%) e le costruzioni (-1,1% fatturato e -0,8% occupazione).
A livello provinciale la migliore performance è segnata da Genova, grazie soprattutto al maggiore impatto dell’export, che “tira” con un +0,8%.
I principali problemi indicati dallo studio sono l’accesso al credito e i pagamenti dilazionati. Solo il 28% delle aziene ha chiesto finanziamenti alle banche, e di queste più della metà ha incontrato difficoltà o rifiuti: quasi tutte le richieste erano per risolvere problemi di liquidità, problemi dovuti ai ritardi nei pagamenti dei clienti, in media 96 giorni (con punte di 167 per le imprese edili con committenti pubblici).
“Stiamo lavorando in tre direzioni”, ricorda Guccinelli, “per sostenere gli investimenti innovativi, come si vede anche dal successo che ha avuto il bando sull’innovazione con oltre 1300 domande presentate, sia quelli nei settori tradizionali, attraverso le risorse garantite ad Artigiancassa e per sostenere l’internazionalizzazione. Vogliamo inoltre potenziare l’accesso al credito puntando sul sistema dei Confidi e per l’accelerazione dei tempi di pagamento delle imprese da parte dell’intero sistema regionale, garantendo tempi certi a partire dal comparto della sanità”.