La sanità ligure, nonostante le molte difficoltà di questi anni, ha intrapreso un “percorso virtuoso per il contenimento dei costi” che le ha permesso di uscire dal piano di rientro dal disavanzo.
La relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario e le cause dei disavanzi sanitari regionali, presentata oggi in Regione, è la conferma definitiva del buon lavoro svolto dalla sanità ligure in questi anni. “La Sanità vive e vivrà un momento molto complicato perché dovrà far fronte a bisogni crescenti con risorse decrescenti – ha commentato il Presidente Burlando (foto), intervenendo alla presentazione – la capacità di fare scelte per indirizzare risorse scarse nelle direzioni più giuste caratterizzerà il lavoro degli amministratori, anche perché non credo sia vicino il tempo in cui il fondo per la sanità riprenderà a crescere. Noi stiamo lavorando in questa direzione, intervenendo sui costi in modo massiccio, anche se ancora non sappiamo se questo ci permetterà di raggiungere l’equilibrio di bilancio. Interveniamo tenendo alta la qualità, concentrando le risorse, risparmiando dove possibile e senza costi per i cittadini”.
La strada è ancora lunga, ma è quella giusta. “Siamo soddisfatti di questo primo risultato che ci viene riconosciuto dalla commissione parlamentare ma c’è ancora molto da fare per migliorare, superando la frammentazione – ha detto l’assessore alla sanità Claudio Montaldo – ora l’obiettivo è mettere in sicurezza il sistema sanitario, rendendolo più solido. Di sicuro per il lavoro svolto in questi anni si deve rendere grazie anche ai 26.000 dipendenti della sanità”.
I problemi più rilevanti da affrontare, secondo la commissione, sono il costo del personale, i requisiti richiesti per la nomina dei direttori sanitari e amministrativi e i tempi delle liste di attesa. La prevalenza di popolazione anziana (27% sopra i 65 anni) non aiuta e genera una pesante ricaduta sulla spesa sanitaria. C’è poi una forte mobilità passiva: molti liguri vanno a curarsi in altre regioni e questo produce un debito sanitario di 140 milioni, non compensato dalla mobilità attiva.
Dati positivi, invece, per la spesa farmaceutica che dal 2010 al 2011 è calata del 5,8%. La Commissione inoltre ha giudicato positivamente il sistema regionale del rischio clinico, che ha portato all’istituzione delle UGR (Unità di gestione del rischio) in ogni azienda sanitaria preposte a definire piani annuali di attività per l’individuazione delle azioni preventive, correttive e di miglioramento. Da questa organizzazione sono nate esperienze significative come il braccialetto identificativo del paziente, la prevenzione delle cadute accidentali, la gestione del rischio in chirurgia, l’uso sicuro dei farmaci, l’adozione di una scheda unica e l’avvio del sistema informativo degli errori in sanità.